Chieti - IL BARBONE DI STATO - 2015
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Espone il suo concetto, che l’unico modo è uscire dall’euro, recuperando il signoraggio sulla moneta, cioè ridare al popolo sovrano la proprietà della moneta circolante (sovranità monetaria). Oggi oltre ad occuparsi di tenere in funzione i costosi macchinari una volta ogni tanto scrive un "lunario" a mano di rara bellezza e interesse che distribuisce agli amici passeggiando per il corso Marrucino, regalandotelo e qualche volta accetta pure un caffè. Il laureato Francesco Giannini, oggi si definisce un transumante lapicida ( un migrante, un nomade,un artigiano che esegue incisioni e iscrizioni su pietra ), ed ha trasmesso la sua inquietudine in questa sua particolare forma di protesta. A me non resta che augurargli un mare di bene
La sua è una risposta alle cose in Italia che non vanno alquanto singolare ma coerente e duraturo nel tempo. non si sà come egli campi, non si sà se riesce a mettere più insieme il pranzo con la cena. Lo si vede in giro per la città di Chieti regalando alcune sue meravigliose creazioni, fatte in china, rigorosamente a mano dei "lunari" mensili e settimanali, dove lui spiega i suoi punti di vista sulle cose italiane.Da i suoi giudizi sui personaggi e sui fatti brevemente. in riquadri giornalieri.Ricordo che questo signore è laureato in ingegneria. Non è che condivido tutte le sue dee ma le rispetto... lui fa il suo BLOG su carta e non vuole in nessun modo che le sue creazioni ci finiscano.
Chieti - FRANCESCO GIANNINI RIDOTTO ALL’OSSO
Il "Barbone di Stato", al secolo Francesco Giannini, imprenditore, presidente regionale dell'Associazione Regionale Cavatori, ha deciso di mettere fine alla sua singolare protesta durata un anno e mezzo durante il quale era andato in giro con una lunga barba, esponendo spesso anche una vistosa scritta che appunto lo qualificava un "barbone di stato". Ad effettuare l'impegnativo taglio, manco a dirlo, altro personaggio notissimo in città, Mario Ferrari, meglio noto come Cuccitto, nel suo negozio di via Principessa di Piemonte.
Ha cominciato a farsi crescere la barba quando si è insediato il governo Monti e l'ha esposta in ogni occasione, anche in pubbliche manifestazioni. Non ha mai provato imbarazzo a farlo. «Barbone di Stato per loro colpa, - spiega infatti- e per questo non ero certo io che dovevo vergognarmi». Ma perché ora smette la sua protesta? «Perché con le elezioni ho avvertito un po' di aria nuova. Spero che non sia una illusione. Sento parlare di riforme, di lotta agli sprechi, di dare finalmente concreta voce ai cittadini: la mia scelta di smetterla è un atto di fiducia, ma sono pronto a tornare a proporre, anzi a gridare, la mia protesta e la mia indignazione di cittadino, se le cose dovessero rimanere le stesse o addirittura peggiorare».
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