Chieti - Sfilata gioiosa dei carri del carnevale VI edizione 2015 |
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I carri che hanno movimentato
la sfilata, hanno portato il Fantoccio di Re Carnevale, i protagonisti
della Pantomima, " Lu Cumplimente", (sono dolci tradizionali di
carnevale e Vin brulé, molto graditi) e il fantoccio di re carnevale
disteso, morto! Gli abiti tradizionali indossati dai partecipanti delle
varie associazioni, si distinguono per gli ornamenti fastosi e
primeggiano i caratteristici pulcinelli abruzzesi, anima del Carnevale,
che indossano un enorme copricapo conico, coperto di pon pon ,
campanacci e bastone fiorito con nastri. Il programma è stato condiviso
con il "Ballo del palo intrecciato", fatto avvolgendo e svolgendo nastri
colorati, dal "Canto dei mesi" e la Pantomima del processo, con la
condanna e il funerale di Re Carnevale. La parola d’ordine è stata
«divertirsi», scacciare i pensieri tristi e, per qualche ora, diventare
«giudici» di un Re potente e tiranno che alla fine della festa viene
condannato al rogo. Tra i costumi tradizionali dell’Abruzzo anche gli
originali e fantasiosi travestimenti indossati dagli scolari del
Comprensivo 2. E poi i carri allegorici trainati dai trattori che hanno
rievocato festose immagini agresti che il tempo non è riuscito a
cancellare dalla memoria dei meno giovani. Un fiume in piena che ha
invaso corso Marrucino e sulle sponde il pubblico contagiato
dall’allegria dei 200 figuranti. Delle loro risa, dei loro canti e balli
che hanno riecheggiato anche in piazza della Trinità. Poi il percorso a
ritroso verso piazza Vico dove Re Carnevale è stato bruciato con decine
di bigliettini cuciti nelle tasche. Desideri volati verso il cielo con
la speranza che da lassù vengano esauditi. Immagini immortalate dalle
foto scattate da Renato De Iulis. «Siamo soddisfatti per la risposta che
i cittadini hanno dato a questo importante rito dei nostri antenati» ha
commentato il professor Francesco Stoppa, direttore del Centro
antropologico territoriale
d’Abruzzo alla d’Annunzio e mentore del Carnevale tradizionale « abbiamo visto la partecipazione di tanti giovani e di anziani insieme. Una vera magia che ha ricongiunto l’anello spezzato tra generazioni diverse. Il Carnevale è la festa di tutti, ma tutti» sostiene «devono contribuire per mantenere e tramandare la purezza del suo significato: l’evento di un ciclo propiziatorio, uno dei raggi della stessa ruota che rimanda ai cicli delle stagioni e della vita. E al loro mistero». Il Fantoccio che si brucia alla fine, dopo il processo a Re Carnevale, è associato alla dispersione delle ceneri, alla purificazione, alla fecondazione e al risveglio della primavera. E’ il profano che preannuncia il sacro. Il Carnevale, infatti, è una festa di transizione e purificazione. Felice per la risposta della città al Carnevale anche la professoressa Anna Vaccarella, presidente dell’associazione «Camminando insieme» che ha riportato in auge l’antico rito propiziatorio tra mille sacrifici. E per finire, l’intreccio dei nastri al palo è stato perfetto: quest’anno, quindi, il raccolto sarà buono... Arrivederci all'annpo prossimo.
Chieti 17 febbraio 2015 - "La Vecchie che arde"
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