in
Abruzzo
Colle delle Fate
e Rifugio Puzzacchio
Insieme all’amico G.P. anche lui
iscritto al CAI (Club Alpino Italiano), della sezione
Majella di Chieti, abbiamo fatto una escursione sulla
montagna del Morrone, dal Colle delle Fate al rifugio del
Puzzacchio. Questa escursione è interessante per la flora,
la storia, l’ambiente, la cultura, il panorama. La montagna
del Morrone, MURRA “terreno pietroso”, è una riserva
naturale protetta inserita nel Parco Nazionale della Majella,
che si sviluppa da Popoli PE a Sulmona AQ. Le cime non
raggiungono altezze notevoli, la cima più elevata è il Monte
Morrone, 2061 m. Tuttavia i dislivelli sono apprezzabili
perché il più delle volte si parte da circa 400 m. Ci sono
lunghe carrarecce e valloni, molte rave che fanno guadagnare
rapidamente il dislivello, ma sono ripide e difficoltose,
purtroppo c’è poca acqua. LA MONTAGNA DEL MORRONE è stata
frequentata da Pietro Angelerio, l’eremita Pietro da Morrone,
il futuro papa Celestino V.
Indicazione del percorso
Il sentiero per
il Colle delle Fate inizia da Roccacasale AQ un comune di
713 abitanti, ad una quota di 450 m e che fa parte della
Comunità montana Peligna. Il borgo è costruito sulle pendici
del Monte della Rocca, con la fisionomia di un centro
medievale e con un tipico castello, costruito nel 1056. I
primi abitanti della zona sono stati gli Italici, nell'epoca
preromana, precisamente nella zona del Colle delle Fate.
Parcheggiata la vettura in piazza, si segue la segnaletica
del parco ed in circa un’ora si raggiunge il Colle del Frate,
724 m. Sul sentiero è facile trovare cocci di terracotta e
di ceramica. Il colle è formato da fortificazioni preromane
costruite con grandi blocchi poligonali in tre cinte murarie,
di cui la terza è a forma di “Tholos”, databile fra il IV e
il II secolo a.C. Una leggenda narra che al centro del Colle
delle Fate vi sia
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Colle delle fate
Pietro da Morrone
edificò su questa montagna due eremi, il primo nel 1241
vicino Sulmona AQ, in località Segezzano, dove trovò
ricovero in una grotta presso la piccola chiesa di Santa
Maria, che in seguito fu distrutta dalla frana del “colle
delle nocelle” durante il terremoto del 1276. Oggi in questa
località c’è la Badia Morronese o abbazia di Santo Spirito
al Morrone. Il secondo eremo lo fece costruire nel 1293,
ormai quasi ottuagenario, dove decise di ritirarsi per
sempre, l ‘eremo di sant’Onofrio al Morrone. Un’altra
unicità di questa montagna è che nell’anfiteatro de La Fossa,
1200 m, ci sono maestosi e secolari Abeti bianchi. C’è anche
un tipico roccione isolato, utilizzato un tempo come riparo
per le greggi.
Il
castello medievale |
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nascosto un
castello incantato dove risiedono le fate che per uscire si
servono di un pozzo situato all’interno del cortile del
castello di Roccacasale. Si narra che le donne del borgo
hanno poteri Magici. Questo posto incantato che ti fa
riflettere, era pieno di fiori gialli la “Stembergia Lutea”,
che è un croco a fioritura autunnale. La sua eleganza mi ha
commosso, l’ho accarezzato, l’ho contemplato, quasi la
voglia di scrivere una poesia…, saranno state le fate a
piantarle! Ci
rimettiamo in cammino per raggiungere il RIFUGIO PUZZACCHIO
a 1000 m di quota. Il sentiero sale senza difficoltà e dopo
un’ora notiamo un pozzo che probabilmente ha dato il nome al
rifugio. Questo antico pozzo in pietra, veniva usato dai
pastori. Mi sono affacciato da una finestra in metallo
scardinata, ricavata sul bordo del pozzo, per vedere
l’interno. La profondità è circa 20 metri e il diametro
circa tre metri. Il pozzo è rinforzato da rocce squadrate,
quindi un ingegnoso lavoro di manovalanza. Il rifugio è
stato ristrutturato recentemente, è molto accogliente ed è
una base di appoggio per gli escursionisti che desiderano
effettuare trekking di più giorni. Proseguiamo su
carrareccia verso la “Valle dei Preti” chiamata anche la
“Piana del Beato Nunzio”, una valle di origine carsica con
la presenza di residui di insediamenti pastorali. Meno male
che c’è una fonte dove ci siamo potuti dissetare, ormai
quasi disidratati. L’acqua sgorga dall’interno di una
nicchia votiva intitolata al Beato Nunzio di Roccacasale.
Altri sei chilometri per chiudere l’anello ed arrivare a
Roccacasale. Una ultima fatica, una ripida salita, per
raggiungere la vettura parcheggiata nella piazza del
castello.
Partenza: c/o
castello Roccacasale
Arrivo: Colle delle Fate rifugio Puzzacchio
Tempo di percorrenza: 6 ore A/R
Difficoltà: E - Escursionistico
Lunghezza: 14 km
Dislivello: 650 m
Scritto da:
Luciano Pellegrini
agnpell@libero.it
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